sabato 11 gennaio 2014

Il “Supremo” era generoso con tutti (politici e funzionari)


Il signor Cerroni interveniva di persona «ai massimi livelli» con deputati e politici ma anche piccoli funzionari  

Articolo pubblicato dal “Corriere della Sera”.

Dal leader massimo al funzionario minimo. Generoso con tutti, Manlio Cerroni, interveniva di persona «ai massimi livelli». Deputati, politici, consiglieri di lungo corso, rappresentanti delle istituzioni, piccoli funzionari. Tra le pieghe di un’inchiesta che ricostruisce lo smaltimento dei rifiuti negli ultimi anni figurerebbero anche tangenti, regali, «dazioni» e benefici al «potente» di turno. Nei prossimi giorni la procura depositerà altro materiale (informative, intercettazioni) che documenta finanziamenti e favori a beneficio di questo o quel politico.

La sommossa popolare contro l’individuazione del sito alternativo di Corcolle? «Non vedeva estraneo il gruppo Cerroni», dice il gip Massimo Battistini nell’ordinanza. Abituato al controllo e reso nervoso dalla prospettiva della chiusura di Malagrotta, l’avvocato Cerroni si dava da fare in prima persona. In una telefonata con Cesare San Mauro, in prossimità della chiusura di Malagrotta, quest’ultimo lo rincuora: «Oggi ho visto a mezzogiorno Zingaretti, tanto per dirti uno qualsiasi». «’mbe va bè Zingaretti non è roba di Zingaretti» osserva Cerroni. Semmai, la gestione dei rifiuti, è un discorso «a livello di Catricalà non so, roba del genere», aggiunge il navigato Cerroni.

Sapeva muoversi il «Supremo». Così fra gli indagati c’è anche il responsabile dell’Arpa Lazio, Fabio Ermolli, destinatario di versamenti fino al 2010 da parte della cerroniana «Systema Ambiente srl». Quando lo dicevano i cittadini dei comitati, li prendevano per matti. Spunta anche una manipolazione dell’informazione, a proposito della ricerca del sito alternativo a Malagrotta. Il sospetto che Cerroni abbia pilotato la rivolta degli abitanti contro il sito di Corcolle è confermato dall’accusa : «Le attività investigative evidenziano come anche la `sommossa popolare´ contro l’individuazione del sito di Corcolle non vedeva estraneo il Gruppo Cerroni», sottolinea il gip.


«Abbiamo lavorato per superare il monopolio - ha detto ieri il ministro Andrea Orlando -, non ho scelto Monti dell’Ortaccio perchè ritengo che la Valle Galeria abbia pagato un prezzo molto alto dal punto di vista ambientale in questi anni».

Nell’inchiesta per associazione a delinquere sono indagate 22 persone, sette della quali sono sottoposte agli arresti domiciliari (incluso lo stesso Cerroni che, assistito dall’avvocato Bruno Assumma, sarà ascoltato per l’interrogatorio di garanzia entro martedì). L’attività portata avanti dai carabinieri del Noe è stata seguita in prima persona dal procuratore capo Giuseppe Pignatone.

Beppe Fioroni, Ermete Realacci, Edo Ronchi i nomi di politici di rilevanza nazionale (al terzo Cerroni diede 20mila euro per la sua fondazione «Sviluppo Sostenibile», «Donazione liberale, nessun condizionamento» ha replicato ieri Ronchi). Accusato di abuso d’ufficio e falso Piero Marrazzo mentre a Giovanni Hermanin, ex assessore all’Ambiente e manager Ama, è contestata l’associazione per delinquere: «Assurdo, i miei atti sono sempre stati improntati alla correttezza amministrativa».

Sempre in bilico fra minaccia e adulazione alla politica, l’imprenditore dei rifiuti. C’era la quotidiana adulazione dei suoi uomini ai funzionari regionali: «Illustre sentinella del bene» dice Landi al capo segreteria dell’assessore all’Ambiente Pietro Di Paolo (Pdl). E le intimidazioni che oggi ricorda il deputato pidiellino Marco Marsilio: «Ricciuto (consigliere Ama che votò contro la costituzione del consorzio cerroniano Coema, ndr) fu minacciato di morte. E’ tutto nella sua denuncia ai carabinieri».

Pensava al dopo Malagrotta, Cerroni. Al modo di veicolare al «suo gruppo imprenditoriale la possibilità di provvedere allo smaltimento dei rifiuti urbani capitolini anche dopo la chiusura di Malagrotta» scrive il gip. Non si costruisce un impero senza saper schivare qualche mina vagante. Il 25 maggio 2012 Manlio Cerroni scrive la «lettera aperta al premier Mario Monti» agitando il consueto spauracchio dell’emergenza rifiuti. Il 26, Pecoraro si dimette. Gli subentra Goffredo Sottile con il quale l’interlocuzione è, decisamente, più facile.

Il 7 giugno 2012 il Commissario straordinario Sottile domanda a Cerroni a quale tecnico convenga rivolgersi per una perizia. E Cerroni: «Ma, io credo che la cosa migliore...rivolgetevi al nostro progettista ... il professor Barrucchello no?». Il commissario straordinario per l’emergenza abitativa di Roma accoglie con slancio l’idea, Cerroni vuol facilitarlo: «Vi dò il telefono?» E Sottile: «No, no, io il telefono di Barrucchello ce l’ho» . Cerroni insiste per alleggerirgli la giornata: «Adesso faccio, chiamo Barrucchello e gli dico di chiamarla...». Al prefetto non resta che ringraziare : «Grazie, grazie mille».

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